venerdì 29 agosto 2008

Sguazzare nel rispetto, di non averlo.

Mi anno sempre detto di portare
rispetto,
nei confronti delle altre persone,
rispetto che arriva con il ragionamento,
ingoiare parole dette,
oggi troppe,
oggi che non sono quella di ieri,
dove solo la tua voce mi crea ira.
Dov'e finito il rispetto per me stessa?
Per quello che faccio?
Solo critiche e dispezzo,
date dalla gelosia
di quelli che credino siano i
riflettori.
Silenzio,
forse sto solo aspettando il momento giusto,
piu opportuno,
inutile fare la vittima,
anche se la parte riesce bene,
ma non troppo convincente.
Cattiveria giovane,
ma questo la chiesa non lo insegna vero?
Le mie parole, inaspettate,
colpiscono il bersaglio,
scaraventate in faccia,
le comparse, armi a doppio taglio invisibili,
ma udibili,
ma tu ai fatto di peggio,
la data anagrafica, cancellata,
continua a lamentarti
rendendoti conto di cio che sei,
agli occhi di persone
con occhi,
aspettando carezze di plastica.
Probabilmente non sarei dovuta stare al tuo gioco,
costruito dai no altrui,
e dal tuo bisogno di risplendere in vetrina
un'attimo di suono il mio,
la voce scivolosa
la tua.

giovedì 28 agosto 2008

I semafori metropolitani, non necessitano di stop.

Sfinita o finita sulla mia rotta,
la fame è troppa rispetto al cibo
nel piatto.
Abbandono uno stato
confusionle,
lento,
malfunzionante,
cosi crollo.
Dispiacere.
I puzzle di tasselli infiniti.
Assorbo parole dal nero indisturbate e forti,
non credo al tuo prossimo funerale.
Percepire, sentire quello che poi scoprirò essere verità.
Materialmente vicini, ma interiormente distanti.
Cosa e cambiato?
Il mio cercare risposte a tutto, anche dove non necessarrio,
ma vitale,
per una instabilità cronica che dilata il tempo.
Non riesco a muovermi, cosa sarei staccando la testa,
preferisco
il sopravvento, quello che ti tiene impegnto le nani.
Pericolo.
Urto.
Collisione.
Cosa sta succedendo fuori, sotto il cielo testimone di secondi,
aspetto la luna
digerirmi.
Inquietudine e silenzio mi irrigidiscono.
Queste parole non stravolgono,
ma sono mie.
Chi sà loro cosa avrebbero da dire su un'analfabeta di quotidianetà.
Spalle pese, materia stanca,
incorniciate da una testa
ribelle e
anticoncezionale,
mi accompaganano lungo la discesa dei ricordi.
Cosa c'e da abbracciare?
Distendersi in una vasca d'acqua calda,
immaginarsi in grembo,
innocente,
inconstente,
ma ormai con il proprio battito.
Vorrei avere molti piu nei di quando la mia pelle era inalterata
da valori sballati e assenti nelle vostre
radici,
cosi mi rendo conto di essere gia in grado di respirare
e sospirare
da sola.
Non esistono medaglie o cariche speciali,
solo la prossima casella,
dove razionalmente i miei capelli intricati,
necessitano di forza e tempo.

Durante i rumori sordi, ero li con voi
Investita dalla stessa aria
Chi sono,
da dove vengo,
il sangue del mio sangue è inesistente.
Il suono delle campane.
Adrenalina.
Anche nell'ultimo respiro,
fino allo scontro degli arti,
urti,
arte sui suoi fogli.
Unica liquidità,
non scegliendola,
angeli o demoni
virtù di vivere
"ma resta qui che non voglio dormire".

Dai momenti in collisione, macerie di conoscenze.

Gli occhi sotto i portici dellla chiesa,
sulla quale non ci troviamo
sono stanchi e bisognosi,
nonostante la tua postura perfetta.
Rapporto impostato ma non collaudato,
quel che muore sei
inevitabilmente tu.
L'accontentarsi e non lo scoprire.
Necessita e finzione.
Quello che non capisco è come tu possa andare avanti cosi,
solo perche sei assilata dai fori freschi,
o per le tue rimanenze presenti?
Nozioni di serata lontanissime da me,
il tempo che non trascorre,
l'inutilita della verita,
il tempo scadente,
cosi mi sale rabbia all'interno del mio intorno,
e non cerco la razionalita,
ammetto, ometto.
Iterruzioni di connessione,
sarà per merito delle gonne ampie
essere deboli, cedere, il non farcela,
gustarsi il dormiveglia
scindere il tempo, sorpassandolo dall’alto.
Il risveglio non creduto, ma vissuto.
Che cosa vuoi?
Cosa mi dai?
Mentre della notte rimane un odore intenso e inafferrabile,
il bisogno di sentirmi sporca fa salire il piacere.
Credere nelle emozioni, nelle sensazioni,
trovari al centro di un cerchio,
far muovere e
l'essere "gestito"
sul perimetro infelice.
La tua cattiveria collegata ad un sentimento,
confusione e diversità.
Cosi rassicuri, doni conforto,
preferire
credere di avere, o la completa assenza,
ma la tua essenza non ti fa sorridere.
Avvertire tristezza, il dispiacere di seguito,
cercare il ragionamento logico,
nell'acquisto impossibile,
di un tempo divoratore.

mercoledì 27 agosto 2008

...infrangere in sorrisi infelici

Sprecare il colore o colorare irrazionalmente?
Senza schemi, proporzioni ma solo trascenderti nel colore?
Saper vedere, saper capire, oppure solo sognare.
Anime salve dall’esplosione di una bomba, il mondo che si tiene per mano,
un corpo gioioso,un’arcobaleno in una casa spenta o in una giornata morta,
l’angoscia,
una lingua affamata, l’evasione,l’amore,la fantasia,
il sogno
o solo troppo nero.
Che cosa mi dai in cambio , racconti di viaggi strepitosi, fantastici, surreali talmente tanto che finiscono per non essere
veri.
Come studiare un capitolo per cercare di prendere il massimo dei voti, ma la scuola è finita.
Cosa pensi di me?
A volte faccio un sogno,
mi immagino un’altra persona qualsiasi che mi conosce cosi da provare cosa posso trasmettere.
Cercare e trovare la tua stessa spiegazione incompiuta e incompleta con parole come tante altre.
Come gli impressionisti
che lavoravano alle proprie opere per anni,
cosi per non terminarle mai, da diventare l’evoluzione, il cambiamento dell’anima in viaggio.
Vivi nei colori e nelle interpretazioni,
i prodotti finiti esistono solo con fatture e iva
Entrare nel vortice delle parole e farsi travolgere.
In questo giorno di sole e aria tiepida sento la verità che mi circonda e mi indirizza su strade gia percorse, piante , maledette dai nomi simili, consumate,
dove mi sento bene padrona delle mie sensazioni , meno della mia voce,
continuo a divincolarmi serenamente vestita con la mia mente.
Ed io unica nel mio modo di essere
riconosco di trovami in un luogo chiuso creato su rimpiazzi di cubi.
Non mi sento il codice a barre
Nonidentificata
Specie rara, protetta non afferrabile dalle mani troppo vuote o corte .
Canto parole improponibili offerte generosamente dal mio prodotto interno .
Sapere di essere diversi nell’uguaglianza delle orme.
Chi sono ?
Essere, non esser, volare, planare, precipitare su orizzonti sfumati, indefiniti
dove per paura di morire usi il paracadute,
anche se sai che il mondo e dotato di ossigeno e di
anidride carbonica.
Si può ascoltare il rock in camicia e non avere un limite nel fumare.
Nel mio labirinto solo freschezza , sapori intensi quelli che ti restano in bocca anche dopo il caffè.
La forma perfetta dei fiocchi,
intreccio
nodo
semplice e sincero.
Dove la stessa radice prende due infinità opposte.
Che nel campionato familiare hai sempre indossato la maglia numero 123, non so cosa ne chi sei.
Ideali, pensieri e idee ecco cosa ti manca ma ti lasci appesantire da tutto ciò che ti circonda.
E diverso essere egoista o altruista?
Il rendere carne viva e pelle calda solo per il piacere di dare?
Il mio passato si riflette sul dado del mio presente.
Mi sento forte, ma distruggibile.
E questo mi fa sentire ancora più forte.
Sono serena.
Ti ascolterò, come in chiesa durante le confessioni,
e ti dirò solo ciò che vorrai sentirti dire niente di più
per aiutarti, per stancarmi.