giovedì 28 agosto 2008

Dai momenti in collisione, macerie di conoscenze.

Gli occhi sotto i portici dellla chiesa,
sulla quale non ci troviamo
sono stanchi e bisognosi,
nonostante la tua postura perfetta.
Rapporto impostato ma non collaudato,
quel che muore sei
inevitabilmente tu.
L'accontentarsi e non lo scoprire.
Necessita e finzione.
Quello che non capisco è come tu possa andare avanti cosi,
solo perche sei assilata dai fori freschi,
o per le tue rimanenze presenti?
Nozioni di serata lontanissime da me,
il tempo che non trascorre,
l'inutilita della verita,
il tempo scadente,
cosi mi sale rabbia all'interno del mio intorno,
e non cerco la razionalita,
ammetto, ometto.
Iterruzioni di connessione,
sarà per merito delle gonne ampie
essere deboli, cedere, il non farcela,
gustarsi il dormiveglia
scindere il tempo, sorpassandolo dall’alto.
Il risveglio non creduto, ma vissuto.
Che cosa vuoi?
Cosa mi dai?
Mentre della notte rimane un odore intenso e inafferrabile,
il bisogno di sentirmi sporca fa salire il piacere.
Credere nelle emozioni, nelle sensazioni,
trovari al centro di un cerchio,
far muovere e
l'essere "gestito"
sul perimetro infelice.
La tua cattiveria collegata ad un sentimento,
confusione e diversità.
Cosi rassicuri, doni conforto,
preferire
credere di avere, o la completa assenza,
ma la tua essenza non ti fa sorridere.
Avvertire tristezza, il dispiacere di seguito,
cercare il ragionamento logico,
nell'acquisto impossibile,
di un tempo divoratore.

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